Negli ultimi anni si sente parlare tantissimo di allenamento funzionale, uno dei trend più in voga in ambito fitness e allenamento. Ma cos’è il functional training?

L’allenamento funzionale, così come viene definito da Mike Boyle, prevede una serie di esercizi che impegnano gli atleti su tutti i piani di movimento, impiegando movimenti e posizioni che abbiano un’efficacia motoria. Può quindi essere descritto come un allenamento finalizzato.

Spesso quando si parla di allenamento funzionale, la prima immagine che ci viene in mente è che sia un allenamento per l’equilibrio, con esercizi svolti su piani instabili, tirando elastici o lanciando delle palle mediche. L’altra convizione spesso radicata, è che questo sia un training specifico per una determinata disciplina sportiva, progettando esercizi o movimenti che riproducano gesti simili a quelli dello sport praticato, da svolgere con dei sovraccarichi. In realtà l’approccio funzionale prevede una programmazione, una metodica di allenamento che rimane identica indipendentemente dalla disciplina praticata. 

L’allenamento funzionale, quello vero, può essere definito come una metodologia di allenamento fisico che rispetta e rafforza le FUNZIONI ARTICOLARI (mobilità e stabilità), allenando gli SCHEMI MOTORI, con esercizi che cercando di integrare il sistema nervoso, muscolare e scheletrico, SENZA UTILIZZARE MACCHINARI ISOTONICI. 

“Functional training programs train movements, not muscles” (M. Boyle). 
L’approccio funzionale, è un approccio globale, dove si cerca di migliorare degli schemi motori, senza focalizzarsi in maniera analitica sullo sviluppo dei singoli muscoli. Un esempio? 
Prendiamo l’allenamento per le gambe. Invece che preoccuparsi di sviluppare i quadricipiti, i flessori, i glutei, i polpacci, gli adduttori ed abduttori, l’allenamento funzionale si preoccupa di migliorare due schemi motori sugli arti inferiori: i movimenti ginocchio-dominanti, come lo squat, e i movimenti anca-dominanti, come lo stacco da terra. Arti superiori? Niente più bicipiti, tricipiti, spalle, petto e dorso, ma esercizi di spinta e di tirata, sul piano verticale e orizzontale. A mio parere, una semplificazione eccezionale. Mobilità-stabilità-forza, ed equilibrio di tutti gli schemi motori.
“Il nostro corpo non è stato creato per esercitarsi con l’uso di macchine, bensì per agire nel mondo reale, per godere di una libertà tridimensionale e non bidimensionale guidata.” (Paul Check)

Per fare questo, occorre scegliere esercizi globali, con traiettorie libere, con movimenti come l’alzare, lo spostare, l’abbassare, impiegando rotazioni o torsioni. 

Vorresti provare l’allenamento funzionale?

#EPOC – ENRICO PALEARI OUTDOOR CAMP

è quello che fa per te.